Depressione Post Partum

La gravidanza e il periodo immediatamente successivo al parto sono momenti di grande coinvolgimento emotivo; l'enorme cambiamento che rappresentano pongono la donna di fronte ad una sfida.
mamma triste con bimbo il braccioIl 50 % delle mamme attraversa dopo il parto un normale periodo di irritabilità e tristezza della durata di alcune ore, fino a pochi giorni.

Il 10-15% delle neomamme attraversa nel periodo dopo il parto un vero e proprio disturbo dell'umore. La maggior parte delle volte si tratta di depressioni di lieve entità, che non compromettono la buona riuscita dell'instaurarsi della relazione madre-bambino.

In alcuni casi tuttavia, la situazione è più grave: la mamma si sente ansiosa e depressa, non prova piacere nel prendersi cura del suo bambino, piuttosto si sente schiacciata da incombenze che non riesce a gestire. Non sono infrequenti sensi di colpa, insonnia, mancanza di appetito...

La madre, non sentendosi adeguata, può avere il timore di nuocere al bambino o a sè stessa; in virtù di queste paure, in alcuni casi, può mettere in atto comportamenti iperprotettivi.

Tutto ciò può compromettere le funzioni materne rendendo sofferente e vulnerabile l'intero nucleo familiare.

Quando il rischio aumenta

Rappresentano variabili di rischio maggiore:

- conflitti coniugali

- assenza del partner

- conflitti con le famiglie d'origine, in particolare con la propria madre

- mancanza di sostegno

- problemi socio-economici

- giovane età

- pregressi episodi depressivi

- stress psicologico e/o eventi traumatici recenti

Sebbene non se ne parli ancora molto, anche gli uomini possono avere disturbi psicologici dopo essere diventati papà. Alle volte si giunge ad una vera e propria depressione post-partum paterna. I fattori di rischio non sono poi così diversi da quelli che valgono per le mamme.

Uno degli elementi protettivi più efficaci è invece la buona comunicazione con il proprio partner. La possibilità di condividere il proprio stato emotivo attiva risorse positive non solo nel genitore sofferente, ma anche nel'altro.

Chiedere aiuto

Alle volte sentimenti di vergogna, paura del giudizio e/o sensi di colpa impediscono di chiedere aiuto. In altri casi può succedere che la donna, alla prima esperienza con questo tipo di malessere, non abbia conoscenze adeguate per muoversi nella direzione giusta. E' molto importante avere il coraggio di chiedere aiuto! Prima di tutto al proprio partner ed in seconda battuta alla rete sociale. Se questo tipo di aiuto da solo non è sufficiente a far risollevare dallo stato depressivo è necessario richiedere una consulenza psicologica.

Un percorso psicoterapeutico aiuta a prevenire la compromissione del ruolo genitoriale, l'aumento della conflittualità familiare ed eventuali ricadute depressive nel corso degli anni.

Riconoscere precocemente lo stato di disagio e trattarlo adeguatamente permette di ripristinare, il più velocemente possibile, il buon equilibrio emotivo della madre, quindi del bambino e di tutta la famiglia.

 

 

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