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Cosa significa “Cleptomania”
Prima…
Subito dopo…
Conseguenze a lungo termine
Cosa succede nel tempo
Chi presenta più frequentemente questo disturbo
Cleptomania: la Cura
Cosa significa “Cleptomania”
La cleptomania, dal greco “mania di rubare”, è appunto caratterizzata dalla ricorrente incapacità di resistere all’impulso di rubare oggetti futili, privi di valore commerciale o non utili alla persona.
La persona che soffre di questo disturbo è cosciente in ogni momento di quello che sta succedendo. Proprio a causa di questo aspetto sono spesso presenti vissuti depressivi o sensi di colpa. Il soggetto, in altre parole si rende conto che quello che sta facendo è sbagliato e questa consapevolezza lo mette in una posizione di conflitto interiore: da una parte l’impulso a cui non sa resistere e la gratificazione che segue il gesto, e dall’altra i rimorsi di coscienza e la consapevolezza dell’ assurdità dell’atto.
Al contrario, le conseguenze pratiche che possono seguire l’azione, ossia l’aspetto giuridico non è valutato correttamente: il soggetto infatti sottovaluta il rischio dell’arresto.
Per comprendere meglio questo fenomeno proviamo a distinguere tre fasi temporali:
– prima del furto
– subito dopo il furto
– conseguenze a lungo temine
Prima…
Il gesto non è compiuto né per vendetta né per rabbia verso il derubato. Non sono presenti allucinazioni né deliri, piuttosto la persona cleptomane sente l’impulso irresistibile crescere dentro di sé, sente la tensione aumentare, non ne può fare a meno. Non si tratta di un gesto, pianificato, ma quasi di un improvviso bisogno personale.
Normalmente l’atto di rubare non si condivide con nessuno, viene effettuato in solitudine, senza la complicità o l’assistenza di nessun altro.
Subito dopo…
Dopo l’atto generalmente si prova una forte soddisfazione, ci si sente gratificati, sono frequenti la sensazione di sollievo e l’allentamento della tensione.
Il cleptomane utilizza l’oggetto esclusivamente per sperimentare le suddette emozioni, tanto che il “bottino”successivamente può essere regalato, dimenticato in un angolo della casa senza importanza o buttato via; in alcuni casi è addirittura restituito di nascosto.
Conseguenze a lungo termine
Le conseguenze possono essere molteplici, tuttavia si distinguono in due grandi categorie:
– conseguenze sociali;
– conseguenze psicologiche.
Conseguenze sociali
In questa categoria rientrano tutti i disagi e le problematiche che la persona vive in relazione alla propria famiglia, al proprio ambiente di lavoro e alla società. Il comportamento, se scoperto, sarà giudicato e potrà suscitare negli altri sentimenti di preoccupazione, sfiducia, disistima, fino ad arrivare ad un vero e proprio etichettamento sociale. A questo vanno aggiunte le probabili conseguenze legali, come molteplici condanne e pene per furto.
Conseguenze psicologiche e possibili patologie associate alla cleptomania
Il conflitto interiore che vive il cleptomane, i sensi di colpa, i vissuti depressivi e i rimorsi possono nel tempo portare a sviluppare altre patologie.
Sono frequenti disturbi dell’umore, specie la depressione, disturbi d’ansia, disturbi alimentari, in particolare la bulimia nervosa, disturbi di personalità o altri disturbi del controllo degli impulsi.
Cosa succede nel tempo
L’andamento del disturbo non segue sempre il medesimo corso. Alle volte la frequenza degli agiti aumenta nel tempo, in altri casi gli stessi si presentano con discontinuità. Sebbene l’andamento del controllo degli impulsi presenti alterazioni sia temporali che quantitative, nella casistica si sono evidenziati tre percorsi tipici:
– cleptomania sporadica con brevi episodi e lunghi periodi di remissione;
– cleptomania episodica con periodi protratti di furti e periodi di remissione;
– cleptomania cronica con qualche grado di fluttuazione.
Chi presenta più frequentemente questo disturbo
Mentre non si riscontrano differenze legate all’età dell’insorgenza, si evidenziano diversità di genere. I pazienti che lamentano questa patologia possono quindi essere indifferentemente bambini, adolescenti, adulti o anche persone anziane, tuttavia nelle donne il disturbo è più presente rispetto agli uomini.
La patologia di cui parliamo deve essere distinta da tutte quelle situazioni che vedono il furto come strumento per raggiungere un obbiettivo, come nel caso del ladro che punta al valore economico del bottino o in quello del ragazzo il cui fine è la sfida e che vive il commettere furti come un atto di ribellione.
Inoltre è possibile che il paziente commetta furti durante il decorso di altre patologie come il disturbo antisociale, un episodio maniacale, una schizofrenia o una demenza. In tutti questi casi non possiamo parlare di cleptomania.
Cleptomania: la Cura
Questo disturbo, come tutti gli altri legati al controllo degli impulsi, giovano della terapia sistemico-relazionale.
La terapia della Cleptomania consiste in in un percorso, sia esso individuale, di coppia o familiare, per aiutare la persona a prendere coscienza del significato profondo e del senso del tutto personale, che assume l’impulso nel suo caso.
Normalmente questo tipo di percorso, come succede anche nel caso di altre patologie, permette al paziente di riappropriarsi di parti di sè poco coscienti, di elaborarle e di valorizzarle, per fare in modo che diventino delle risorse personali più che dei limiti.
Dott.ssa Isabella Biondi
348.7860508
isabellabiondi@aruba.it