La fase del trampolino di lancio
Uno dei compiti evolutivi più importanti ed impegnativi dei genitori è quello di accompagnare i figli durante la cosiddetta fase del trampolino di lancio. Ossia quando i figli se ne vanno di casa. Si tratta di un momento tanto atteso e tanto temuto. I ragazzi prendono il volo. La famiglia funziona come un vero e proprio trampolino orientato verso il mondo. I figli si congedano dalle proprie famiglie d'origine per camminare sulle proprie gambe.
Ovviamente non si tratta di un mero processo organizzativo e di un riassetto logistico. Dietro a questo momento si nascondono ansie e paure. Queste sono legate al difficile percorso verso l'autonomia dei figli e verso il restringimento della famiglia d'origine.
I figli se ne vanno
Per i figli, che siano ventenni trentenni o più maturi, la voglia di emancipazione e di indipendenza si mescola all'ansia. Si tratta di abbandonare il conosciuto per il nuovo. Bisogna imparare a fare affidamento solo su sé stessi. Spesso esistono sensi di colpa e sentimenti di tristezza nei confronti dei genitori. Si stanno abbandonando coloro che hanno dato tutto incondizionatamente.
E' un percorso difficile ma sano, necessario perché si possa raggiungere un pieno sviluppo della propria personalità adulta e fondamentale per l'evoluzione psicologica individuale.
I genitori
I genitori dal canto loro, si trovano finalmente di fronte a quel momento tanto temuto. In fondo hanno sempre saputo che sarebbe accaduto. Tuttavia viverlo è tutt'altra cosa. Le loro"frecce" si metteranno finalmente in gioco. Tutto quello che hanno insegnato ai loro bambini ora sarà fondamentale. Non ci saranno più loro a vegliare su ogni piccolo passo. D'altra parte sono presenti sentimenti di tristezza, malinconia, paura di perdere una parte importante di sé.
Il rapporto con i loro amati figlioli è ad una svolta. Cambierà la distanza che li separa e cambierà il modo di proteggerli. Il timore che possa venire a mancare la persona che fino a quel momento ha riempito la vita è molto forte. D'altra parte tutto il lavoro per renderli autonomi ed indipendenti è servito proprio per questo importante, unico momento. Si è lavorato molto per far si che diventassero adulti consapevoli e sicuri di sé. Ora è il momento della prova.
Dunque la complessità di questa fase dipende dal fatto che ci troviamo dinnanzi ad un duplice processo. Sia i figli che i genitori si troveranno ad affrontare nuove sfide. Esse li porteranno ad una nuova ed impegnativa fase del ciclo vitale. Per i figli si tratta del raggiungimento pieno delle responsabilità di adulto. I genitori ora hanno figli adulti.
Per il raggiungimento del nuovo equilibrio è necessario un riassetto. La coppia genitoriale riacquista tutto il suo spazio e la sua importanza. Tuttavia in questo delicato momento, e soprattutto nelle sue fasi iniziali, non sono infrequenti sentimenti di sconforto ed abbattimento. Questi sono definiti sindrome da nido vuoto. La casa è più silenziosa, la stanza del figlio vuota e i pasti più solitari.
In alcuni casi il nido vuoto è vissuto come una perdita talmente severa da poter essere paragonata ad un lutto. Il distacco è immaginato più definitivo ed irreversibile di quello che in realtà sarà.
Il rischio della dipendenza psicologica
Può succedere che il processo di separazione non avvenga proprio, oppure si blocchi prima di giungere a compimento completo. Si tratta di tutte quelle le situazioni in cui i figli, per comodità, per necessità o semplicemente per non far soffrire i propri genitori, decidono di non abbandonare il nido. Ma anche di tutti quei casi in cui, nonostante siano stati apparentemente raggiunti gli obbiettivi di svincolo ed autonomia, figli e genitori sono ancora fortemente dipendenti a livello psicologico.
Sempre più spesso nella nostra società qualcosa ci blocca e ci si ritrova attempati figli di famiglia incastrati in rapporti tutt'altro che sani. Figli di genitori che a loro volta non hanno voglia di crescere. Questi ultimi si illudono di possedere i propri figli, antepongono il loro apparente senso di sicurezza all'amore incondizionato. Il vero amore non vuole niente in cambio e continua ad esistere aldilà della prossimità fisica.
Nonostante possa sembrare che la vita vada avanti tranquilla, i rischi sono dietro l'angolo. Quello che dovrebbe essere un filo sottile, discreto ed indissolubile, che lega genitori e figli per sempre, si trasforma in una rete di obblighi e abitudini anacronistiche. REgole non scritte incastrano genitori e figli in uno sforzo condiviso, inutile e nocivo per mantenere in vita un passato non necessariamente migliore del futuro!
"I vostri figli non sono i vostri figli. Essi sono i figli e le figlie della smania della Vita per sè stessa. Vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benchè stiano con voi, tuttavia non vi appartengono.Voi potete sforzarvi di essere come loro, ma non cercate di renderli simili a voi.Voi siete gli archi dai quali i vostri figli vengono proiettati in avanti, come frecce viventi."
Kahlil Gibran
D’altro canto un figlio con la paura di affacciarsi al mondo sarebbe un fatto ben più preoccupante.
Nostro figlio appena finita l’università ha spiccato il volo, direzione nord Europa.
Gli vogliamo un bene dell’anima, per l’eternità, però questa è la sua vita, e come genitori siamo sempre stati coscienti di quanto afferma Kahlil Gibran.