Il bambino iperattivo

Bambino iperattivo che corre davanti alla mamma che leggeQuando si parla di iperattività

Spesso ci capita di osservare bambini estremamente vivaci, che faticano a mantenere a lungo l’attenzione su uno stesso stimolo o sentono il bisogno di muoversi continuamente. Solo in alcuni casi si può parlare di Iperattività. Si tratta di bambini che hanno obbiettive difficoltà a rimanere fermi o a mantenersi lungamente concentrati.

La linea di demarcazione tra normalità e disagio è sottile. Vediamo insieme come poter distinguere le due situazioni.

Atteggiamenti di dinamismo e vivacità sono comuni in età infantile e sono indice di uno sviluppo sano. Essi rientrano nella normale esuberanza infantile. Quando però diventano talmente considerevoli da prendere il sopravvento, interferiscono con il funzionamento individuale, sociale.

In questi casi ci troviamo dinnanzi ad un vero disagio sia per il bambino che per la sua famiglia, ed è ragionevole prendere in considerazione la possibilità di chiedere aiuto.

Il Bambino Iperattivo

Secondo il DSM esistono delle caratteristiche specifiche che contraddistinguono i bambini che soffrono di "disturbo da deficit dell’attenzione / iperattività".

Gli elementi distintivi coinvolti nel disagio sono la disattenzione, l’iperattività e l’impulsività. Per ogni singolo caso l’uno o l’altro aspetto possono prendere il sopravvento.

La disattenzione o deficit d'attenzione, è la difficoltà a prestare attenzione ai particolari e a mantenere la concentrazione sui compiti o sulle attività di gioco. I bambini con questo tratto predominante non sembrano ascoltare quando gli si parla, non seguono le istruzioni e non portano a termine i compiti. Hanno difficoltà ad organizzarsi, spesso perdono gli strumenti necessari per le attività che devono svolgere e sono facilmente distratti e sbadati.

Sul versante dell'iperattività si osservano invece difficoltà nel giocare in modo tranquillo. Si tratta di bambini che parlano troppo e sembrano sempre sotto pressione. Si alzano spesso, scorrazzano e saltano dovunque.

Infine quando è predominante l'impulsività, ci troviamo di fronte a soggetti che tendono a dare la risposta prima che l'interlocutore abbia finito di porre la domanda; non attendono il proprio turno; interrompono gli altri; possono essere invadenti nei loro confronti.

Cosa succede a casa

“Un terremoto!…” esclamano spesso i genitori di questi bambini “Basta niente per distrarlo!”.

Si tratta di bambini che vengono descritti come irrequieti e poco interessati alle attività. Tendono ad agire senza pensare. Spesso perdono o rompono i loro giocattoli, hanno bisogno di continua attenzione da parte dei genitori, si trovano implicati in frequenti liti con i fratelli, dimenticano facilmente le regole e molte volte si sentono frustrati. Sono notevolmente disorganizzati, anche nell’alimentazione e nel sonno.

Cosa succede a Scuola

Le insegnanti considerano questi alunni difficili da gestire. Sono ragazzi che fanno molti errori di disattenzione. Alle volte sembra che la loro mente sia altrove e che non ascoltino quello che si dice. Raramente riescono a portare a termine un compito, tanto più se lungo ed impegnativo, poiché lo avvertono come spiacevole e faticoso.

Quando oltre alla disattenzione è presente l’iperattività, i bambini sembrano spesso sottopressione o “motorizzati”. Difficilmente riescono a passare molto tempo seduti e sentono un forte e continuo bisogno di muoversi. Spesso perdono o rompono il materiale scolastico, i loro quaderni sono disordinati e sgualciti. In classe sono sempre fuori posto. Nel rapporto con i coetanei spesso sono i buffoni di corte della classe.  Il gruppo-classe può rispondere con atteggiamenti differenti che vanno dall'evitamento all'attrazione. A volte il soggetto è deriso altre volte tenuto a distanza. Lui d'altra parte, nonostante il suo comportamento clownesco, può provare disappunto e tristezza.

Il nostro mondo ai loro occhi

Se provassimo ad immaginare il mondo visto attraverso gli occhi di questi bambini, dovremmo rappresentarci una realtà fatta di milioni di stimoli ugualmente interessanti che ci bombardano nello stesso momento. Ad esempio la nostra attenzione sarebbe attratta dal nostro programma preferito in TV, da una trascinante canzone alla radio, da un amico che parla, da un figlio che chiama...

Sicuramente proveremmo ansia per non riuscire a focalizzare la nostra attenzione su ogni singolo stimolo.

Qualche numero

Circa 4 bambini su 100 presentano tali difficoltà. Alcuni di essi sono particolarmente a rischio nello sviluppare problemi di comportamento e disadattamento sociale durante l’adolescenza.

Questa condizione è inoltre più diffusa tra i maschi che tra le femmine (in un rapporto di tre a uno nella popolazione generale).

Nonostante il più delle volte diventi visibile in età scolare, in alcuni casi è possibile rintracciare il disturbo anche prima. I bambini iperattivi che muovono i primi passi sono sempre in movimento, saltellano avanti ed indietro, si arrampicano sui mobili, corrono per la casa ed hanno difficoltà a concentrarsi durante attività di gruppo sedentarie.

Quando al contrario il disturbo si protrae nell’adolescenza e nell’età adulta i pazienti avvertono sensazioni di irrequietezza e difficoltà a dedicarsi ad attività tranquille e sedentarie.

Come aiutare un bambino iperattivo

iperattività bambini - bambino con pistolaInnanzi tutto è bene tener presente che il loro comportamento non rispecchia alcun tipo di oppositività.

Una strategia efficace è sicuramente quella di elaborare delle risposte univoche che possano aiutare il bambino a sentirsi contenuto. Tali risposte assumono un valore maggiore se riproposte in tutti gli ambiti di vita del bambino: a casa, a scuola, negli ambiti extrascolastici.

In questo senso può essere utile che genitori ed insegnanti si avvalgano di una consulenza psicologica sistematica. Attraverso essa si concorderanno strategie e metodi educativi. Bisogna comunque tener presente che per poter conseguire risultati concreti sono indispensabili costanza e sistematicità.

A maggior ragione è bene che ci si rivolga a dei professionisti nel caso in cui chi si prende cura del bambino trovi delle difficoltà che non riesce a superare da solo in tempo breve. In questi casi può essere indicata una terapia familiare, che si avvalere dei genitori e di tutta la famiglia come risorse promotrici di cambiamento.

Nonostante l’ambiente non abbia un ruolo decisivo nella genesi del disturbo, come per altri disturbi della condotta a base emotivo-educazionale, esperienze emotive adeguate e positive potranno evitare disturbi comportamentali secondari. In particolare si riducono comportamenti oppositivi e provocatori, disturbi specifici dell’apprendimento, ansia e depressione, spesso causati da insuccessi e frustrazioni nel campo relazionale, sociale e scolastico.

Terapia familiare

La terapia della famiglia per la cura dell'iperattività segue alcuni principi generali. Tra questi:

- Prevenire i sintomi secondari, che deriverebbero da una cattiva integrazione tra le caratteristiche proprie del disturbo e l’ambiente scolastico, sociale e familiare del bambino. In altre parole l’ambiente potrebbe rispondere in modo da rinforzare o minimizzare comportamenti disadattivi. La costanza, l’impegno e il tempo unitamente all’intervento terapeutico permettono di spezzare il circolo vizioso di insuccesso e frustrazione e di aumentare considerevolmente abilità personali e autostima. I bambini devono essere incoraggiati a sviluppare il loro potenziale, e messi in grado di aumentare la loro efficacia.

- Migliorare le condizioni di vita familiare, poiché a causa di tutti i fattori correlati al disturbo anche la vita familiare può risultare sofferente. In terapia si cerca di ricostruire la serenità familiare. Individua comportamenti e strategie utili al bambino per favorire un buono sviluppo.

- Incrementare le abilità relazionali. Questi bambini faticano a trovare il giusto modo di relazionarsi nel gruppo di pari. Di fatto le difficoltà nel padroneggiare le regole fanno sentire frequentemente i bambini iperattivi frustrati, portandoli a mettere il broncio ed essere capricciosi. Appaiono poco flessibili ed adattabili. La conseguenza è che ricevono meno gratificazioni e apprezzamenti dai compagni e maggiori rifiuti.

- Potenziare l’autostima. I continui rifiuti e i fallimenti possono portare questi soggetti a perdere la fiducia in sé stessi. In terapia si lavora affinché i cattivi risultati a livello sociale, scolastico, familiare o sportivo non portino a sentimenti di inadeguatezza tanto importanti da diventare parte di sé e pregiudicare una buona autostima. L'intervento previene conseguenze negative come la depressione o l’ansia reattive.

La maggior parte di questi bambini, se aiutata tempestivamente, riesce ad avere una vita scolastica e sociale adeguata.

 

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