A Roma 1 persona su 4 è afflitta da attacchi di panico!
Il dato risulta da uno studio dell'Istituto di Neuroscienze Globale (Isneg) in collaborazione con l'Istituto di sondaggi Swg.
La ricerca, i cui risultati sono stati espressi anche in Campidoglio dal direttore dell'Istituto di Neuroscienze, testimonia le molte criticità con cui ha a che fare chi vive in una citta' complessa come Roma.
Ma quali sono le categorie più a rischio?
- le donne laureate di eta' compresa fra i 25 a i 54 anni.
- i lavoratori autonomi tra i 35 e i 44 anni
- i lavoratori dipendenti tra i 45 e i 54 anni
Si tratta di categorie fortemente esposte a stress psicologico e situazioni ansiogene:
Ad esser più colpite le donne, perennemente impegnate sul fronte della realizzazione professionale e personale, intente a coniugare i tanti ruoli che la società attribuisce loro.
Seguono i lavoratori autonomi, particolarmente a rischio e poco tutelati, condizione difficile soprattutto in questo momento storico...
Nella morsa del panico infine i lavoratori dipendenti più maturi, che cominciano a tirare le somme di quanto hanno seminato e coltivato nella loro vita.
Esistono due diverse tipologie di pazienti sofferenti di attacchi di panico a Roma:
- i malati cronici, che sono circa 350.000
- i malati sporadici, 300.000 circa.
Tirando le somme quindi, è possibile affermare che quasi il 25% dei romani soffre di attacchi di panico: una condizione fortemente presente nella popolazione romana!
Ma perché questa popolazione ne è particolarmente colpita? Quali sono i fattori di rischio della capitale?
- Sicuramente il caos di questa grande città è una componente fondamentale. Il traffico, l'inquinamento acustico, e l'affollamento sono solo alcuni dei numerosi elementi che possono favorire l'insorgenza del panico.
- Il senso di solitudine che può cogliere chi vive in una città talmente grande e caotica che talvolta fa sentire soli e non protetti.
- La sensazione di continua competizione fra gli innumerevoli concorrenti che lottano per soddisfare gli stessi bisogni. La reiterazione di questa può portare a senso di inadeguatezza e sfiducia in sé stessi.